martedì 17 novembre 2015

Il banchetto di Circe


( John William Waterhouse, Circe offre la coppa a Ulisse, 1891.)



« E quella, subito uscì e aprì le porte splendenti
e li invitò: essi, stolti, tutti insieme la seguirono.
Euriloco invece rimase indietro: sospettò l’inganno.
Ella li condusse dentro, li fece sedere su sedie e seggi,
e per essi formaggio e farina e giallognolo miele
mescolò con vino di Pramno; e nell’impasto aggiunse
veleni funesti perché del tutto scordassero la patria terra.
Ma quando a loro lo diede ed essi bevvero, allora subito
li percosse con la sua verga e li rinchiuse nel porcile.
Ed essi di porci avevano e testa e voce e peli
e tutto il corpo, ma la mente era intatta, come prima.
Così quelli piangenti furono rinchiusi; e a loro Circe
buttò ghiande di leccio e di quercia e corniolo,
quali sempre mangiano i porci che dormono per terra ».



Questo passo del libro nono dell'Odissea Omero racconta l'episodio in cui Ulisse sbarca sull'isola di Eea e manda i suoi uomini in ricognizione. Dopo varie ricerche viene individuato un palazzo in cui tutti gli uomini, con l'eccezione di Euriloco entrano e vengono accolti dalla padrona. Gli uomini sono invitati a partecipare a un banchetto ma, non appena assaggiate le vivande, vengono trasformati in maiali, leoni, cani, a seconda del proprio carattere e della propria natura.

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